Guido-Catalano

Sabato 3 giugno 0re 17

Guido Catalano

Ogni volta che mi baci muore un nazista

 

Il ritorno del poeta che voleva, ed è riuscito, a diventare una rock star

 

Dopo essersi brevemente rigenerato tra i luoghi amici della capitale sabauda, Guido Catalano, il poeta, scrittore e performer torinese più chiacchierato nel nostro Paese, si rimette in marcia per svelare i versi del suo nuovissimo libro di poesie, intitolato Ogni volta che mi baci muore un nazista (uscito il 2 febbraio 2017 per Rizzoli). Il volume esce a quattro anni di distanza dall’ultima raccolta di poesie firmata da Guido Catalano (Piuttosto che morire m’ammazzo – Miraggi Edizioni, 2013) e segna il ritorno del poeta, dopo un appassionante viaggio nel mondo della prosa, culminato con la pubblicazione del primo e fortunatissimo romanzo D’amore si muore ma io no (Rizzoli – 2016). Nelle oltre 300 pagine di Ogni volta che mi baci muore un nazista, Catalano ha raccolto 150 poesie inedite per un nuovo coinvolgente viaggio fatto di dialoghi tra innamorati, indomabili versi, travolgenti emozioni e un pizzico di erotismo. Il tutto restando fedele al suo stile unico, un modo inconfondibile di raccontare l’amore fortemente legato al carattere decisamente sui generis dell’autore torinese: uno che, in fondo, il sogno giovanile di fare la rockstar non lo ha mai del tutto abbandonato anche quando si è innamorato perdutamente della poesia, uno che, perciò, i sentimenti li ha sempre raccontati a modo suo, stravolgendo le regole dei classici reading per trasformarli in veri concerti di parole.

Guido Catalano nasce a Torino alle 8.50 del mattino del 6 febbraio del 1971. A 17 anni decide che vuole diventare una rockstar, più tardi ripiega sulla figura di poeta professionista vivente, che ci sono più posti liberi. Produce sei libri di poesie. Le raccolte Ti Amo Ma Posso Spiegarti e Piuttosto Che Morire M’Ammazzo, edite da Miraggi Edizioni, vendono oltre 30.000 copie. Gli addetti ai lavori affermano: “Non ci crediamo!”. Nell’anno del Grande Gombloddo la lobby dei poeti lo accusa di essere un cabarettista, la loggia dei cabarettisti di essere un poeta, al termine della dura battaglia pronuncia la storica frase: “Anche Montale andava un sacco a capo”. Feroce polemica unilaterale con Cocciante sulla reale opportunità di regalare a Margherita una stella, esponendo così la povera ragazza a radiazioni nucleari letali (Cocciantone non raccoglie, forse mai verrà informato). Dopo una serie infinita di letture pubbliche in tutta Italia, la grande presa di coscienza: “Per essere un poeta son troppo di buon umore”. Nonostante i suoi sorrisi fuori luogo, rimane vittima di un passaparola caino e i suoi versi iniziano a diffondersi sui social, nei bar delle periferie, nei circoli Arci, nelle librerie, sui palchi dei centri sociali, nei festival letterari e anche in quelli musicali. Conquista anche i palchi dei teatri e dei live club più importanti d’Italia e nel frattempo continua a far limonare un sacco, ma proprio un sacco, di persone. Nel febbraio 2016 pubblica per il prestigioso editore Rizzoli, il primo romanzo dell’ultimo dei poeti, D’Amore Si Muore, Ma Io No. Per l’occasione dichiara alla stampa: “Chiedermi di scrivere un romanzo è come chiedere a uno che ha sempre corso i 100 metri di tentare la maratona. Ma io amo le sfide e spero che, crampi a parte, questo libro possa regalarmi anche qualche soddisfazione”. Parte per il suo Grand Tour, dopo più di cento date e 34.000 km percorsi, scopre il Voltaren® e si ritira a vita solitaria nella sua dimora torinese. Mentre recupera dalle fatiche e dall’acido lattico, dà forma alla sua nuova raccolta Ogni volta che mi baci muore un nazista. A novembre 2016 arriva sugli schermi del 34° Torino Film Festival con la pellicola Sono Guido E Non Guido, un mockumentary, firmato da Alessandro Maria Buonomo per Elianto Film e Fargo Film, che lo vede protagonista assieme al suo alter ego Armando Catalano.