Nelle province di Padova, Verona, Vicenza e Rovigo, esiste ancora una parte di campagna incontaminata dove il tempo sembra scorrere più lentamente e dove la terra scandisce, attraverso colori e profumi, il passaggio delle stagioni. L’area che si estende a sud dei Colli Euganei fino ai territori attraversati dal fiume Adige, esprime uno straordinario patrimonio paesaggistico, naturalistico, artistico e culturale. Città murate, castelli, ville, testimoni dell’impronta umana e degli avvicendamenti politici-militari susseguitisi per secoli, sono presenti su un vasto panorama agricolo attraversato da fiumi e canali, che erano, assieme ai lunghi sentieri di attraversamento, le principali vie di comunicazione.
“Il vero simbolo della provincia è l’incapacità di narrare la propria storia”
Abbiamo fatto nostra questa riflessione di Luigi Ghirri – uno dei più grandi fotografi italiani del Novecento che ha fatto proprio della provincia il centro della propria ricerca artistica – che è diventata stimolo e occasione per far partire questo progetto e trasformare le nostre Basse in contenitori culturali, luoghi capaci di raccontare la propria secolare cultura e storia e di attirare turismo.
Il Festival nasce, quindi, dalla volontà di trasformare le Basse in contenitori culturali, luoghi capaci di raccontare la propria cultura e storia e di stimolare nuove forme di aggregazione e inclusione sociale, e punta a valorizzare in senso turistico il ricchissimo patrimonio materiale e immateriale di queste aree per promuoverne lo sviluppo socio-economico.
La manifestazione nasce per valorizzare e mettere in risalto il ricchissimo patrimonio storico-culturale e agro-alimentare di queste zone e anche per questo il Festival delle Basse è itinerante e ogni anno tocca alcuni dei luoghi più belli di questi territori. Fulcro della prima edizione della manifestazione, svoltasi nel 2015, è stato il comune di Urbana (PD) con l’antico edificio dell’ex Monastero di San Salvaro, risalente all’XI secolo d.C., che oggi ospita il Museo delle Antiche Vie (museosansalvaro.it). La seconda edizione del Festival delle Basse, nel 2016, è stata ospitata nell’affascinante cornice di Villa Correr – costruita verso la fine del ‘600 come dimora estiva dell’omonima, nobile famiglia veneziana, che qui possedeva più di trecento ettari di terreno – a Casale di Scodosia (PD). La III edizione del Festival nel 2017 ha fatto, invece, tappa nella città di Este (PD) all’interno dei Giardini del Castello Marchionale.
Il luogo che ha ospitato l’ultima edizione del Festival – che si è svolta dal 21 al 23 settembre 2018 – ha un valore davvero speciale per la storia e la memoria di queste terre, un “semplice” campo in aperta campagna che un tempo faceva parte di quella vastissima distesa di acqua conosciuta con il nome di “Lago di Vighizzolo”, bonificata nel corso dei secoli grazie a importanti interventi di regolamentazione delle acque e realizzazione di opere idrauliche, tra cui il Ponte delle Tre Canne ancora oggi visibile.
Prima dell’inizio delle grandi opere di bonifica del Cinquecento – che rivoluzionarono per sempre la geografia e le sorti della Bassa Padovana – volute dai Veneziani per rendere coltivabili queste terre, Il paese di Vighizzolo era, infatti, un susseguirsi di paludi e canali e si trovava in un punto strategico per il passaggio tra questi canali, per questo era dotato di un’importante opera di fortificazione più volte distrutta e ricostruita, che è possibile osservare nelle mappe dell’epoca.
Una mappa in particolare racconta in maniera estremamente precisa e suggestiva questa e altre storie dei nostri territori: la mappa del “Retratto del Gorzon” un’imponente mappa catastale di circa 8 metri per 3 – oggi conservata all’interno del Museo Civico Etnografico di Stanghella – che “fotografa” la situazione dei territori della Bassa (quasi tutto il territorio estense, parte del monselicense antico fino all’Adige e il montagnanese) proprio nel Cinquecento.